9.07.2005

L’errore del premier? Aver mentito sull’economia


«Sa che titolo pensiamo di fare domani (oggi ndr) in prima pagina? Silvio portaci tutti a Tahiti». Perfetto. Vittorio Feltri, direttore di Libero, è uno che da sempre parla con Berlusconi. Lo reclama duro e puro, lo critica se fa il democristiano (cosa che per la verità accade di rado) e pubblicamente gli dà consigli: Silvio, vai avanti per la tua strada, fai le cose che vuole la gente. Ora che la strada di Silvio è una via crucis, perchè il paese non lo ama più e gli ex democristiani lo fanno arrabbiare, Vittorio Feltri non cambia idea.

Direttore, c’è una crisi di Berlusconi e del berlusconismo?

A me sembra una crisi dell’Udc.

Però.
Continuano a dire cose ragionevoli ma non si intravede la via d’uscita. Non si capisce cosa vogliono. Il centrodestra è in crisi, è chiaro. Lo si è visto nelle ultime elezioni, c’è perplessità e scontento nell’elettorato, lo si percepisce anche parlando con gli amici. Tutti mi dicono: va bene, ma che cosa vogliono questi qui?

Magari un altro candidato premier.

Quella è l’unica cosa chiara. Non si capisce chi dovrebbe essere però.

Casini?
Sì, e allora io mi immagino orde di elettori che assediano le urne vogliose di votare Casini. È ridicolo. Non c’è il senso delle proporzioni. Se non altro Berlusconi ha fatto un partito dal niente. È vero, ha i soldi, ma anche messo insieme la Lega al centrodestra, ha portato al governo quelli dell’allora Msi.. Casini ce lo ricordiamo tutti come portaborse di Forlani. Bisogna conoscere il paese. Non si penserà mica che mettendolo al posto di Berlusconi il malumore dell’elettorato finisce d’incanto e si vince?

Però tutto questo accade perché il premier è in crisi.

Ma questo lo sa anche lui. Tanto è vero che per rianimare le truppe è andato a ripescare Dell’Utri, la cui immagine non è delle più limpide, però è un buon organizzatore, in fondo lui riuscì a fare un partito. All’ultimo congresso di Forza Italia mi resi conto che era una cosa da ridere. Tutta quella gente che andava sul palco e che diceva come è bravo Berlusconi. E lui che ripeteva sempre le stesse cose. Un giovane che si volesse iscrivere oggi a Forza Italia che speranze dovrebbe avere? Non esiste più nessuna selezione democratica della classe dirigente del partito. Tutto avviene per cooptazione.

Qual è stato l’errore principale di Berlusconi in questi anni?

Risale all’11 settembre del 2001. Era al governo da pochi mesi aveva fatto qualche cosa, mi pare la legge sul falso in bilancio.

Non una gran riforma...

Diciamo una cosa non del tutto disinteressata. Però di fronte al disastro, alle Torri che cadono, alle borse che crollano, Berlusconi non si rende conto che l’economia, che già stagnava, era destinata a peggiorare. Sarebbe dovuto andare in televisione e dire: io ho promesso, ho fatto il contratto con gli italiani, ma qui è cambiato il mondo, dobbiamo ridimensionare il nostro programma. Avrebbe potuto dire cose serie e l’avrebbero capito.
Perché non l’ha fatto?
Perché lui si affida allo stellone. Era convinto che la fortuna sarebbe stata dalla sua parte e che i consumi avrebbero ricominciato a crescere. Non è andata così, allora ha cominciato a dire che lui il programma l’aveva realizzato. Tutto, compreso le Grandi Opere. Ma le ha viste solo lui. Io non ho visto nemmeno una piccola opera. Nemmeno la legge sulla diffamazione a mezzo stampa ha fatto. Perchè non gliene fraga niente...

Non sarà quello il problema?
È proprio questo il suo errore, non si interessa della gente.
Non è poco. Perché poi la gente lo capisce.
Di più: s’incazza.

E allora cambiare leader non è poi così surreale.
No, è come nel calcio. Se un giocatore ti pare stanco, lo cambi. Ma devi avere in mente tre nomi alternativi. Se dici Casini non ci sto.

Ma lei chi ha in mente?
Nessuno. Tanto perde anche lui. Così poi torna a fare il peone in Parlamento. La realtà è che con Berlusconi si perde, e senza Berlusconi non si vince.

Lei che dà spesso consigli al premier, cosa gli direbbe in questo frangente?
La situazione è marcita. Anzi è diventata esilarante. Basta vedere il caso delle intercettazioni sul caso Antonveneta pubblicate dai giornali. Berlusconi si scandalizza e fa preparare un progetto per inasprire le pene per i giornalisti. La prima cosa che mi vien da dire è questa: ma scusa, caro Silvio, tu hai depenalizzato il falso in bilancio e poi inasprisci le pene per i giornalisti che sono pure il terminale della catena. E poi vuoi che ti voti?

Se il cittadino non lo vota non è perché ha inasprito le pene ai giornalisti.
È un esempio. Sono tante le cose che non ha fatto e di cui non si è occupato. Si è occupato prevalente degli affari suoi. Guardi la vicenda Rai. È stata massacrata (come nella gestione del centrosinistra), ma stavolta si è avuta la sensazione che la penalizzazione dell’azienda pubblica abbia favorito Mediaset.
Un elettore che ha votato Berlusconi in modo convinto perché non lo vota più, secondo lei?
Non ha fatto e non si è occupato delle cose concrete. Lui si diverte ad andare da Putin e da Bush. Ma il cittadino? Lui doveva scegliere due o tre cose e il resto pazienza. Non puoi governare, soddisfacendo tutti. Come la storia delle tasse...

Ecco.
Doveva abbassarle, poi a un certo punto ha spiegato che non si poteva fare e bisognava rinviare. Gli ho telefonato e glielo ho detto: non puoi fare così. E infatti ci ha ripensato e un po’ le ha abbassate.

Ma proprio un po’.
Infatti io pago ancora un sacco di soldi. Perchè dovrei credergli? Guardi che per perdere le elezioni basta un milione di voti in meno.

Intorno non è che abbia dei geni che lo aiutano molto.

E infatti, mi spiace dirlo, ma l’altro grande problema è che si è contornato di gente di basso livello. Dopodichè sono vere altre due cose. La prima è che in Italia dopo tre anni che governi stai sui coglioni alla gente. Lei ricorda un periodo in cui la gente ha mai detto che stava bene?

In effetti no. La seconda?

In Italia il sistema è bloccato, non si riesce a far niente. Questo vale anche per la sinistra. Credo che vincerà, ma già mi vien da ridere. Comunque Berlusconi qualche chance ce l’ha. Può sempre avere un colpo di reni, può contare sulla debolezza dell’avversario. Sa, quando la medicina tradizionale fallisce, si crede allo stregone.

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