3.30.2007

L'energia in Italia

Sensibile riduzione dell’intensità energetica, incremento della quota delle fonti rinnovabili e dei combustibili solidi sul totale della domanda in fonti primarie, flessione del consumo dei prodotti petroliferi e del gas naturale, nuovo record assoluto della fattura energetica, che ha sfondato quota 50 miliardi di euro in termini correnti, mentre ad euro costanti (valori 2006) solo il dato del 1981 (52,89 miliardi di euro) appare più elevato.
Queste sono le principali caratteristiche dell’evoluzione congiunturale dell’energia in Italia nel corso del 2006, emerse durante l’ormai tradizionale convegno “Il settore energetico nel 2006: situazioni e tendenze”, organizzato a Roma, il 27 febbraio, dall’Associazione Italiana Economisti dell’Energia (AIEE).

A livello complessivo, nell’anno appena trascorso, i consumi di energia primaria hanno rallentato la loro corsa, passando da 194,4 Mtep a 192,6 Mtep (-0,9%), ciò a causa non solo degli alti prezzi dell’energia, con un prezzo del Brent che nel giro di sei anni è cresciuto di oltre 60 $/b, ma anche dei fattori climatici, che hanno anche fatto sì che non si realizzasse la famosa “emergenza gas”. Anzi il decreto che obbligava le società di massimizzare i flussi delle importazioni messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico è stato bloccato a febbraio perché non c’era più capacità ricettiva di interconnessione e di stoccaggio e i consumi non assorbivano questi flussi in eccesso.
E’ interessante notare che il peso della fattura petrolifera sul Pil si è attestato intorno all’1,9% contro un 5,4% registrato nel 1981, mentre il peso della fattura energetica sul Pil è stato 3,4% contro un 6,3%, a dimostrazione del peso inferiore che ricopre il petrolio nel panorama energetico nazionale e dell’emergere di un’altra fonte importante nel panorama energetico nazionale: il gas naturale.

Dinamiche che si inseriscono in un quadro di politica energetica nazionale, presentato da Edgardo Curcio, Presidente dell’AIEE, sempre alla ricerca di certezze. Ciò che emerge è che nonostante il 2006 si sia chiuso all’insegna dei buoni propositi, tra cui il disegno di legge sulle liberalizzazioni e le nuove norme sul risparmio energetico e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, riscontriamo, ancora una volta, una completa mancanza di indirizzi di politica energetica su come affrontare i grandi temi della sicurezza, diversificazione ed economicità del nostro approvvigionamento di energia. Resta inoltre irrisolto il grave problema di come ridurre, nei prossimi anni le nostre emissioni di gas serra per rientrare (o avvicinarsi) ai parametri di Kyoto.

E per il 2007? Lo scenario per il 2007, presentato da Vittorio D’Ermo, Direttore Osservatorio Energia AIEE, si prospetta meno brillante di quanto previsto a fine anno, con un fabbisogno di petrolio Opec in aumento a causa di un ridimensionamento delle prospettive della produzione non-Opec. Circostanze che potrebbero facilitare le spinte al rialzo, soprattutto in occasione delle punte stagionali di domanda come la consueta fase di forte richiesta di benzina negli Usa in estate, senza considerare l’imponderabilità di particolari situazioni di tipo geopolitico. Le spinte al rialzo potrebbero essere comunque contrastate da una crescita della domanda inferiore a quanto previsto dalla IEA, proprio grazie a quel costante incremento delle temperature medie che alimenta le paure dell’effetto serra.

Manuela Gusmerotti
Associazione Italiana Economisti dell'Energia (AIEE)


Scarica le seguenti relazioni presentate al convegno AIEE:

qualenergia.it
30 marzo 2007

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