8.31.2006

Razionalizzazione ed efficenza energetica

In questo periodo in cui i prezzi degli idrocarburi sembrano destinati a crescere inesorabilmente, l'ENI da una sua interpretazione, che viene condivisa addirittura Legambiente e Federconsumatori.

Quello che dice l'ENI, per bocca del suo amministratore delegato Paolo Scaroni, è molto semplice che cerco di riassumere in queste righe.
Il pianeta dispone di risorse "certe" per oltre un milione di barili di petrolio, che è più del petrolio consumato dalla seconda metà dell'ottocento ad oggi. A queste riserve certe sono da aggiungere quelle "probabili" e quelle "possibili". La stima dell'ENI è che ci siano oltre 5 miliardi di barili di petrolio, sufficienti per soddisfare i consumi crescenti di tutto il mondo per i prossimi 70-100 anni.

Il fatto che il prezzo del greggio stia salendo in questo momento è dovuto al fatto che per molti anni i paesi produttori e le compagnie petrolifere, essendo il prezzo troppo basso, non hanno avuto interesse ad investire nella ricerca di nuovi giacimenti.

La cosa che più mi ha colpito della relazione di Scaroni sono stati i numeri. Ve li riporto:
  • un barile di petrolio in questi giorni oscilla intorno ai 70$, quando andiamo alla pompa lo paghiamo 240$. Gran parte di questa variazione di prezzo finisce in tasse;
  • in media un americano consuma 26 barili di petrolio all'anno, un europeo 12, un cinese 2 scarsi e un indiano 1;
  • un automobile americana percorre in media 7 km con un litro di benzina, una europea 13 km/l. Se gli americani acquistassero automobili più efficienti, paragonabili a quelle europee si risparmierebbero 4 milioni di barili al giorno.
  • se il mondo industrializzato avesse un parco auto più efficiente, se gli americani fossero disposti a modificare di poco il loro stile di vita in termini di riscaldamento e condizionamento degli ambienti adeguandosi agli standard europei si risparmio sarebbe di 15 milioni di barili al giorno, quasi il 20% del consumo mondiale di petrolio prolungando di almeno 20 anni l'era degli idrocarburi.

Nell'intervista a Repubblica di qualche giorno fa, sempre Scaroni dice che si preferisce colpevolizzare la crescita delle economie cinesi e indiane o la politica dei paesi produttori, facendo poco o niente per un uso più efficiente del petrolio e gli investimenti sulle fonti alternative sono ancora troppo esigui. Addirittura arriva a definire l'uso razionale ed efficiente dell'energia come l'unica fonte alternativa che può avere un impatto immediato sul mercato del petrolio.

Nelle considerazioni sul prezzo del petrolio, aggiungerei il fatto che nel 2000 gli USA vivevano una pesante condizione economica, ed erano impossibilitatì ad usare le risorse che avevano in casa perchè il prezzo del petrolio così basso non rendeva conveniente sfruttare ciò che si aveva in casa. Invadendo l'Iraq sono riustiti in qualche modo a controllarne il prezzo. Ma questa è un'altra storia.

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