3.14.2007

Londra taglia i gas serra del 60%

Il piano: fonti alternative e risparmi nelle case

Il primo Paese Verde del pianeta. È questo l'obiettivo che il governo britannico si è posto presentando la bozza di legge che prevede l'obbligo di ridurre del 60 per cento entro il 2050 l'emissione di diossido di carbonio, principale colpevole del riscaldamento terrestre e del temuto cambiamento irreversibile del clima.

«Tutti i settori della nostra società dovranno contribuire allo sforzo di trasformare la Gran Bretagna in un'economia a bassa emissione di Co2», ha detto il ministro dell'Ambiente David Miliband. «Siamo a una tappa rivoluzionaria che servirà di esempio al mondo», ha promesso Tony Blair, che ha già svelato la sua ambizione di mettersi a disposizione della comunità internazionale come salvatore dell'ambiente, quando in estate lascerà Downing Street. E Gordon Brown, che si appresta a succedergli alla guida del governo, ha invitato la gente a «risparmiare sulle emissioni di Co2 come risparmia su ogni singolo penny». Il Cancelliere ha annunciato che metterà fuori commercio le vecchie lampadine a incandescenza e progetta sgravi fiscali per le case che si doteranno di un sistema di isolamento termico, con un obiettivo di dieci milioni di abitazioni di nuova concezione «carbo-neutra» entro il 2016. E con orgoglio ha citato esempi personali: a casa spegne ogni sera la funzione stand-by su televisione e apparecchio hi-fi, non tiene in ricarica il telefonino la notte, ha messo pannelli solari (anche se dalle sue parti in Scozia di sole se ne vede poco per la verità). Soprattutto, il superministrofinanziario del Regno ha ricordato ai sudditi come semplici accorgimenti del genere oltre a far bene all'ecosistema possono abbassare la bolletta energetica di ogni famiglia di circa 360 euro all'anno.

La sfida al riscaldamento terrestre è al centro del dibattito politico-culturale a Londra. David Cameron, quarantenne leader dei conservatori cerca di ridipingere di verde il partito e ha appena proposto di introdurre una tassa sui viaggi aerei: un tetto di 2 mila miglia a testa l'anno e poi una tassa progressiva a seconda delle miglia volate in più. Un'idea poco popolare e tanto più arrischiata se si tiene conto che il partito conservatore è tradizionalmente percepito come il paladino della deregulation e dell'abbassamento delle tasse. Anche Cameron esibisce comportamenti personali da bravo ecologista: sta facendo grandi lavori nella sua casa di Notting Hill per installare una turbina eolica e ha promesso (o minacciato a seconda dei punti di vista) di piazzarne una anche su Downing Street se diventerà premier. E poi appena può si fa fotografare mentre va a Westminster in bicicletta, anche se un fotoreporter ha scoperto che è seguito dall'auto di servizio con cambio d'abito e borsa dei documenti.

Il governo comunque ha piani seri. Il progetto di legge sul «Climate Change», che sarà votato all'inizio del 2008, fissa una serie di piani quinquennali legalmente vincolanti e istituisce un organismo di controllo indipendente che darà consigli e verificherà anno per anno il rispetto degli impegni presi.

La Gran Bretagna, che contribuisce alle emissioni di gas serra per il 2 per cento del totale mondiale, promette di ridurle tra il 26 e il 32% entro il 2020: quindi più del 20% (rispetto ai livelli di emissioni del 1990) su cui si sono appena accordati i leader europei. Punta sulle energie alternative e rinnovabili, da quella eolica tanto cara a Cameron a quella solare che piace a Brown, a quella creata dalle maree.

In questo clima di crociata la bozza di legge prevede che in caso di mancato raggiungimento del taglio previsto il governo possa essere portato in tribunale per renderne conto. E in un Paese giudiziariamente litigioso come la Gran Bretagna, dove organizzazioni come Amici della Terra e Greenpeace sono particolarmente attive, un Processo Verde ai ministri di Sua Maestà non è un'eventualità da prendere alla leggera. Quanto al ruolo di «salvatore planetario» sognato da Blair, il premier punta di lasciare la scena politica dopo un ultimo successo al verticeG- 8 di giugno: vuole convincere gli Stati Uniti ad appoggiare il nuovo trattato che sostituirà quello di Kyoto. È l'ora delle buone intenzioni.
Verdi.

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