11.29.2006

Vendola sollecita il Governo a esprimersi sul rigassificatore di Brindisi

Riporto un articolo letto sul e-gazette.it, quello che non riesco proprio a capire è come la politica sia a volte incapace di fare la scelta giusta per i propri elettori. L'articolo parla di gestione ecocompatibile del territorio, ma come si pensa di poter migliorare l'esistente? Continuando a scegliere il carbone o il gasolio?

In una lettera spedita al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e ai ministri dello Sviluppo economico (Pier Luigi Bersani) e dell'Ambiente (Alfonso Pecoraro Scanio), il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, chiede “senza essere ulteriormente procrastinata” la decisione di disporre la Valutazione di impatto ambientale (Via) per l'impianto di rigassificazione in costruzione nel porto di Brindisi, una Via “originariamente omessa”.Inoltre, scrive Vendola nella missiva, “è decisivo che quest'ultima venga immediatamente disposta previa riconvocazione della Conferenza di Servizi, ponendo fine all'attuale intollerabile situazione di incertezza”. Contro l'impianto che la British Gas sta costruendo si sono da tempo decisamente schierati Regione Puglia, Comune e Provincia di Brindisi, al punto che lo stesso premier britannico Tony Blair ha fatto presenti il 6 novembre scorso a Prodi le difficoltà di British Gas. Nella lettera Vendola ricorda ai destinatari la posizione della Regione Puglia sulla questione, motivata, si spiega, per l'effettiva omissione di una procedura di rilevanza comunitaria finalizzata a garantire la compatibilità dell'intervento con le emergenze ambientali che caratterizzano il sito interessato dall'impianto. Una posizione, si legge nella lettera, “che lo stesso ministero dell'ambiente ha più volte espresso nel corso della originaria procedura autorizzativa e dalla quale ci si è poi, tanto improvvisamente quanto immotivatamente, discostati”. “Nel caso di future omissioni delle decisioni invocate da questo Ente - conclude Vendola - interpretabili nel loro significato come il venir meno di un comportamento di leale e costruttiva cooperazione istituzionale”, la Regione Puglia avvierà “ogni possibile iniziativa per impedire che l'intervento in corso di realizzazione prosegua in costanza della grave violazione delle regole poste a tutela di una gestione razionale ed ecocompatibile del territorio”.

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11.28.2006

From Salento to New York City: Aramire Music of Southern Italy

Aramirè was founded in 1989 by Roberto Raheli to perform traditional music of Salento, a region of Southern Italy colonized by the ancient Greeks. The ensemble is renowned for its infectious renditions of pizzica tarantata, used in healing rituals.


Friday January 19 2007 8:30PM
Zankel Hall at Carnegie Hall
7th Ave & 57th St
New York



$42, $30 (Friends: $37, $25 / Students with college ID:$10 - balcony only)
Presented by Carnegie Hall in partnership with World Music Institute

www.worldmusicinstitute.org
www.carnegiehall.org
www.aramire.it

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11.21.2006

Gaza, rapiti due cooperanti italiani Moroni e Onorato lavorano per la Croce Rossa

Gabriele Torsello è tornato da pochi giorni ad Alessano, quel qualcosa che sembra capiti solo agli altri ha investito tutta la cittadina del Basso Salento. Ora sono appena rientrato a casa dopo una intensa giornata e scorrendo i quotidiani online scopro che c'è qualcun altro che è stato rapito, posso provare ad immaginare le sofferenze dei familiari, dei loro paesi.
Mi sento vicino ai 2 rapiti e non posso fare altro che chiedere la loro liberazione, così come è stato fatto per Gabriele e per tutti gli altri rapiti in questi ultimi anni.

Due cooperanti italiani della Croce Rossa, Claudio Moroni di 36 anni e Gianmarco Onorato di 63, sono stati rapiti a Khan Younis, nel settore meridionale della Striscia di Gaza, da miliziani armati. I due connazionali (Onorato è capo delegazione della Cri mentre Moroni è uno psicologo), che erano arrivati in mattinata e avevano un permesso fino al 23, si trovavano a bordo di un taxi palestinese e si stavano dirigendo a uno dei tre centri di assistenza psicosociale che la Croce Rossa gestisce nella Striscia.

All'improvviso un'automobile ha sbarrato loro la strada. Sono subito balzati a terra miliziani armati che li hanno caricati a bordo della propria vettura per condurli in una località sconosciuta.

Immediata la reazione della Farnesina che, dice il ministro degli esteri Massimo D'Alema "ha attivato i canali per la liberazione dei due italiani". Mentre il ministero degli Interni palestinese ha decretato lo stato di massima allerta nella zona sud di Gaza: "Siamo determinati a liberarli, recuperandoli sani e salvi", ha detto Khaled Abu Hillal, il portavoce del dicastero. Alle ricerche partecipano spalla a spalla sia miliziani legati a Hamas, sia i servizi di sicurezza alle dipendenze di Abu Mazen. Finora nessuna organizzazione ha rivendicato il rapimento dei due italiani.

"Viva preoccupazione per la vicenda", ha espresso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che "auspica una rapida liberazione dei due connazionali". Anche il presidente del Consiglio Romano Prodi segue con apprensione la vicenda del sequestro dei due italiani: "Il presidente Prodi - spiega una nota - si mantiene in stretto contatto con il ministro degli Esteri Massimo D'Alema per essere aggiornato costantemente sugli sviluppi della vicenda".

Dal 21 al 23 novembre Onorato, di Torre Pellice (Torino) ma da anni residente in Germania, e lo psicologo Moroni, di Cardano al Campo (Varese) avrebbero dovuto soggiornare a Khan Younis per supervisionare le attività del locale centro psico-sociale.

Per Moroni, nella zona da settembre, è la prima esperienza come delegato internazionale della CRI. Onorato, arrivato nella Striscia di Gaza a marzo, ha invece all'attivo numerose missioni in diversi Paesi, tra cui Mozambico, Ruanda, Honduras, Bosnia e Repubblica democratica del Congo, ed è capo della delegazione CRI in Palestina.

Il rapimento di oggi non sorprende. Da settimane, i cooperanti internazionali sono nel mirino dei militanti palestinesi. Il mese scorso gruppi di miliziani hanno sequestrato separatamente due spagnoli, un fotografo e un cooperante della Croce rossa internazionale. Episodi conclusi felicemente e nell'arco di poche ore.

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11.16.2006

Legami energetici

La società della conoscenza richiede sempre più energia. Ma la qualità delle fonti non può essere ignorata. Fra etica, economia e sostenibilità: le ragioni di una scelta pulita in un articolo del sociologo Carlo Donolo

Nella società delle reti tutto si tiene ed è tenuto insieme da flussi energetici. L’interdipendenza tra flussi d’informazione e flussi d’energia è stretta. Tempi e spazi globali implicano la disponibilità permanente di energia nelle sue varie forme e di quella elettrica in particolare. Ma l’energia come presupposto della società della conoscenza resta latente finché la sua fonte o la sua distribuzione non diventa un problema a causa dell’insicurezza sugli approvvigionamenti o dei black-out. Queste crisi sono inerenti alla complessità del sistema, sono ricorrenti e tendono ad acutizzarsi. La società globalizzata sfiora del resto i limiti dello sviluppo e con ciò diventa cosciente sia della sua dipendenza dalle fonti di energia, sia dalle condizioni di sostenibilità che lo stesso consumo energetico tende a mettere in forse. Il timore che l’energia finisca sgonfia le illusioni del progresso indefinito. Ci si rivolge allora ad altre fonti, più sostenibili e riproducibili, se ci sono e potranno bastare. Il planning razionale ci dice che il criterio-guida deve essere: risparmio energetico e accessibilità per tutti ad energie “pulite” e sostenibili.Come presupposto perché si sviluppi la società della conoscenza e delle reti, l’energia diventa oggetto di pretese. In quanto merce è esposta al diritto dei consumatori (al momento assai debole), in quanto bene pubblico invece viene sentita come un bisogno necessario e condiviso. C’è inoltre una responsabilità istituzionale verso la fornitura d’energia e l’imperativo di garantirla è tale da spingere i poteri verso strategie geopolitiche assai invasive o a scambi molte volte oscuri. La coscienza collettiva ancora dominante su questo punto, insomma, tarda a cogliere tutte le contraddizioni. Il consenso va alla crescita economica indefinita come promessa di un benessere materiale illimitato e questo legittima l’incremento della domanda di energia. Le legittime pretese di avere energia, dato che da essa dipendono tante nostre libertà positive e negative, spinge ad una certa inconsapevolezza circa la tipologia delle fonti. E ad accettare compromessi che per esempio in altri campi (come nel caso della mucca pazza) invece sono stati respinti. Forse è questione di tempo: le pretese legittime di energia presto varranno solo in condizioni di limite o di sostenibilità. Qui veramente la società della conoscenza (della scienza e della tecnologia) sarà messa alla prova della propria virtù. E qualcosa già si muove in questo senso nella coscienza collettiva.Per l’energia vale il criterio che si applica all’uso dei beni comuni: il principio di responsabilità ed anche di precauzione, per quanto riguarda le condizioni della sostenibilità (riproducibilità, durabilità) del bene. Esso è reso praticabile dal fatto che scienza e tecnica consentono di risparmiare sempre più energia e di valorizzare le fonti alternative, fino alla tendenziale chiusura del cerchio. Ma l’energia, con la sua connessione alla società delle reti, presenta anche un altro aspetto etico: essa è la forza che tiene in piedi la società artificiale e virtuale. Al suo interno il soggetto o l’attore sociale è posto in condizione di predicare i propri diritti come risorse di un indeterminato processo di crescita delle competenze. L’energia quindi – attraverso i suoi infiniti canali, tubi e cavi – alla fine accende la lampadina di Eta Beta. Cioè di tutti noi. I diritti diventano esigibili su base energetica. Ma riflessivamente essi si mettono alla prova sul fronte dell’energia da cui dipendono: il processo di capacitazione dell’individuo è riflessivo e richiede sostenibilità. Altrimenti si interrompe. Ecco allora che il principio di responsabilità – inteso come un imperativo categorico kantiano con riguardo all’ecosistema (qui nella sua componente energetica) – si lega intimamente alla possibilità di crescita o maturazione del soggetto, intravista alle origini della modernità ancora da Kant e da Condorcet, Herder e tanti altri. Le capabilities, per dirla con Amartya Sen, richiedono un contesto d’azione sostenibile. Consumano energia ma la restituiscono in forma d’intelligenza sociale e collettiva.Anche da un’altra prospettiva, quella di un’etica consequenzialista o neoutilitaristica, si arriverebbe a conclusioni non dissimili: un interesse beninteso, cioè ben informato, uno sguardo non corto sul saggio di sconto degli effetti delle proprie azioni, l’intreccio degli interessi nel tempo e nello spazio, la necessità di disporre di regolazioni più razionali per interessi più ragionati e così via. Se Kant o Jonas non bastano, e si desiderano calcoli più precisi, si ritorna comunque a un’etica dell’energia centrata sulla sostenibilità dei processi e sulla più produttiva riflessività dell’intelligenza sociale attraverso le capabilities. Ed è questa la pista principale su cui si è spinta Elinor Ostrom indagando le difficili condizioni di governabilità della riproduzione di beni comuni, naturali e artificiali, fisici e virtuali. L’energia come stock e come flusso vi rientra di diritto.Tutti questi argomenti ci spingono verso un altro nesso importante, ancora sottovalutato. Come praticare imperativi categorici del tipo «tratta l’energia come te stesso, cioè l’energia non sia solo mezzo ma anche fine» se sull’energia non vi è un appropriato dialogo sociale? L’energia è un tema tecnico e quindi la sua gestione resta affidata ad algoritmi più o meno solidi. Ma è anche condizione di possibilità e su questo invece abbiamo bisogno di processi deliberativi. Del resto solo questi possono radicare nel senso comune i principi etici elementari relativi alle fonti e al consumo d’energia. Quindi l’etica e l’energia trovano il raccordo possibile in un’agorà nella quale sia possibile trattare anche le contraddizioni in seno al popolo (si pensi al ruolo dell’auto, al suo dispendio energetico e alle sue esternalità negative). Cercando principi etici in relazione al ruolo dell’energia nella società contemporanea incontriamo non casualmente la democrazia, unico regime in grado di far fronte, pur con le sue deficienze, all’energia come paradosso della società complessa. Che ne vuole sempre di più e ne deve, in proporzione, consumare sempre di meno. Per non smentire se stessa.

Carlo Donolo
15 novembre 2006
www.qualenergia.it

L'articolo è stato pubblicato su La Nuova Ecologia all'interno dello speciale sulle energie rinnovabili "Orgoglio rinnovabile" curato da Sergio Ferraris

11.06.2006

La follia si è impadronita di alcuni parlamentari che, invece di gioire, sono stati rapiti dalla smania di protagonismo e sfruttano l'effetto-media per lanciarsi nei soliti giochi di immagine e di potere. Articolo di Alessandro Marescotti (www.peacelink.it) 3 novembre 2006.
Era un momento bellissimo. Da poche ore Gabriele Torsello camminava libero. Telefonava ad Emergency. Il suo volto sorridente ci ridava speranza e fiducia. Ed ecco sbucare alcuni parlamentari che - invece di unirsi al sentimento comune - si fanno rapire dalla smania di protagonismo e sfruttano l'effetto-media per lanciarsi nei soliti giochi dialettici di immagine e di potere.E parlano di servizi segreti, di Sismi, di poltrone chiave, di equilibri negli organigrammi degli 007. E parlano, parlano, parlano. Dei veri parlamentari da paranoia. "Dopo la liberazione di Torsello la Cdl si schiera a favore del Sismi", possiamo leggere attoniti su RaiNews24. Noi di PeaceLink, che di poltrone occupiamo solo quelle che stanno di fronte ai nostri computer, vogliamo invece dire che questo non è il momento delle strumentalizzazioni ma della gioia e della speranza che riprende la parola. Chi la speranza e il coraggio non ce l'ha se ne stia in silenzio. Perché oggi ritorna il libertà un uomo libero e coraggioso che è uscito fuori dei Palazzi per portare lo sguardo e l'obiettivo su ciò che il Potere non vede o non vuole vedere: l'orrore della guerra, della povertà e della violazione dei diritti umani. A Gabriele Torsello e alla sua famiglia vanno i nostri pensieri di stima e di ringraziamento. A Emergency e a PeaceReporter va il nostro grazie per l'instancabile opera di testimonianza, informazione e collegamento. Ai parlatori da delirio non va proprio nulla: toglietevi dalle scatole almeno per un giorno. Grazie.
http://maurobiani.splinder.com/post/9785051/Gabriele+Torsello%2C+libero

11.05.2006

Torsello finalmente libero!

vignetta di Pillinini su La Gazzetta del Mezzogiorno del 4 novembre 2006

11.03.2006

La prima immagine di Torsello libero!!!

Gabriele Torsello è libero!!!!

Gabriele Torsello è stato liberato. Lo annuncia Emergency con questo comunicato:
"Oggi, venerdì 3 novembre, intorno alle 10 ora italiana (le13.30 in Afghanistan) una telefonata all'ospedale di Emergency a Lashkar-Gah ha indicato che sulla strada per Kandahar si sarebbe potuto trovare Gabriele Torsello liberato. Un membro afgano dello staff di Emergency, viaggiando nella direzione indicata, ha trovato Gabriele Torsello e lo ha accompagnato da incaricati del governo italiano. Emergency ha immediatamente avvertito i familiari, il ministero degli Esteri e l'ambasciatore italiano a Kabul."

Il fotoreporter italiano era stato rapito in Afghanistan il 12 ottobre.

Fonte: PeaceReporter.net

Sindaco Alessano: "Domenica appello per rilascio"

"Domenica prossima torneremo a chiedere la liberazione di Gabriele Torsello, in un incontro alle 10 ad Alessano, al quale abbiamo invitato a partecipare tra gli altri il presidente della Regione, Nichi Vendola e della Provincia, Giovanni Pellegrino. Lo chiederemo a gran voce, perche' Gabriele e' un giornalista e cittadino italiano privato della propria liberta', che meriterebbe una maggiore attenzione da parte dell'opinione pubblica". Lo ha detto il sindaco di Alessano, Luigi Nicolardi, dopo aver appreso che il reporter rapito il 12 ottobre scorso nel sud dell'Afghanistan, avrebbe telefonato all'ospedale di Emergency, per far sapere che sta bene, chiedendo anche notizie del figlio Gabry, di 4 anni, che con la mamma Silvia si trova ad Alessano da alcuni giorni per stare vicina ai suoceri ed alle quattro cognate.
Il sindaco di Alessano ha aggiunto che "stamattina eravamo sconfortati, ma adesso ci sentiamo meglio. Dopo dieci giorni di silenzio, d'altra parte, ci siamo tutti preoccupati, e la situazione ci aveva fatto temere il peggio".

11.01.2006

Parte da Albenga l'appello dell'Islam per liberare Torsello

L'emittente ingauna Radiocom Islam ha diffuso il messaggio del padre. Aliotta: "Speriamo che il nostro contributo sia decisivo per la liberazione"

Parte dalla città delle torri l'appello per la liberazione di Gabriele Torsello, il fotoreporter pacifista rapito giovedí 12 ottobre in Afghanistan, durante un viaggio tra Kandahar e Kabul. L'emittente radiofonica Radiocom Islam sta diffondendo un appello di Marcello Torsello, padre dell'ostaggio. Ideatore e gestore della radio, in onda su Internet, é Roberto Aliotta, rappresentante della comunità musulmana albenganese.

"Abbiamo prodotto un'edizione speciale in occasione della visita di Torsello alla moschea di Ancona", racconta Aliotta. La comunità islamica ingauna conferma, grazie al sito d'informazione on line, la capacità di essere punto di riferimento per i musulmani in Italia e all'estero. Radiocom Islam colleziona accessi da quasi tutti i paesi del globo, in prevalenza quelli arabi. "Asmae Dachan, la corrispondente da Ancona della nostra radio, mi ha contattato telefonicamente e insieme abbiamo registrato un'intervista in diretta col padre del giornalista rapito", spiega il rappresentante religioso.

"Sono commosso, entusiasta e felice per questa bella manifestazione di solidarietà che é stata organizzata per la liberazione di mio figlio", ha affermato Marcello Torsello ai microfoni dell'emittente albenganese. "Il messaggio che vorrei mandare é quello di far capire a questa gente che Gabriele é uno di loro, come il popolo afgano ha acquisito la religione islamica, vuole bene a questa gente e si prodiga perché nel mondo si sappia come vivono e quanto bisogna aiutarli e quanta gente approfitta del popolo afgano. Mi auguro che sapendo questo rilascino presto Gabriele, in modo che possa tornare presto alla sua famiglia", ha concluso il genitore del fotografo pugliese.

Nella stessa trasmissione é intervenuto Ahmad Zargar, presidente della comunità islamica ligure e originario del Kashmir, che ha tradotto il messaggio di Torsello in lingua Urdu, parlata nella zona del rapimento. "Abbiamo dato il nostro piccolo contributo per una soluzione incruenta del sequestro e speriamo possa essere decisivo per l'esito positivo delle trattative", conclude Aliotta.


Fonte: PonenteNotizie.it

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